#11 InquinaMenti Talk: " Kenotime e l'ora del tè"
- inquinamentiacustici
- 22 gen 2021
- Tempo di lettura: 4 min

I Kenotime sono un duo composto da Riccardo Gatti e Marcello Spinetta. Il progetto nasce nel 2016, attorno al tavolino di un bar del centro di Voghera (PV).
Marcello aveva da qualche anno una demo di canzoni, chitarra e voce, messa insieme scrivendo nelle pause dallo studio e dal lavoro ma non gli è mai piaciuto cantare davanti al pubblico quindi quelle canzoni erano rimaste lì per mesi e mesi.
Riccardo al contrario ha sempre amato esibirsi davanti alla gente. È stato cantante, chitarrista e bassista in numerose band locali.
Marcello, pensando che la voce di Riccardo potesse essere perfetta per le sue canzoni, gliele ha fatte ascoltare. I due sono andati subito d'accordo su gusti e obiettivi e hanno deciso di dare inizio al progetto.
Quando avete capito che era questa la strada giusta da seguire?
Abbiamo fatto uscire le prime canzoni Mrs. Firefly e Non Ci Pensi abbastanza a cuor leggero. Semplicemente per divertimento personale e perché le avevamo fatte ascoltare a qualche amico o parente ed erano piaciute.
Poi però l'apprezzamento pian piano si è ampliato ed è arrivato anche a gente che non conoscevamo direttamente e che magari ci scriveva per dirci che aveva apprezzato molto un tale pezzo, o che le nostre canzoni erano state parte della sua giornata.
Proprio recentemente abbiamo ricevuto un messaggio in direct da una ragazza che ci ha detto che ascolta le nostre (ancora poche) uscite quasi tutti i giorni.
Allora da qualche mese a questa parte abbiamo deciso di affrontare la cosa più seriamente. Se non altro per ripagare quell'affetto e quella stima che man mano ci stanno arrivando. Ma dobbiamo ancora crescere tanto.

Parliamo invece dell'uscita di oggi "Tazze Di Te", a caldo, cosa mi potete dire? Quali sono le vostre emozioni a riguardo e cosa volete dire con questo brano?
È un brano che abbiamo tentato di far uscire nonostante tutte le difficoltà del momento. Per pochi chilometri abitiamo in due regioni diverse (Lombardia e Piemonte) e se prima eravamo abituati a vederci e lavorare spesso ora con le restrizioni Covid è tutto più complesso. Quindi è una canzone figlia di questo momento, della fragilità del momento e che forse ha proprio nella fragilità il suo nucleo centrale. L'immagine da cui siamo partiti è quella di una tazza che spesso ritroviamo scheggiata sul bordo e non sappiamo bene quale evento o caduta abbia provocato quella frattura. Così siamo noi, che ci accorgiamo spesso delle ferite interiori dopo averle ricevute. E l'amore ne è solitamente causa e cura.
Dal punto di vista sonoro, non potendo lavorare appunto a quattro mani, abbiamo trovato una base che piacesse a entrambi e da lì abbiamo iniziamo a scrivere testo, melodia e aggiungere strumenti.
È di fatto una ballata romantica, che si snoda attorno a un giro di piano e che cresce fino a esplodere nel finale.
Quanto influisce l'amore nel vostro lavoro e cosa ne pensate a riguardo?
C'è una battuta de "Il Misantropo" di Molière che dice :"Io penso che tutte le poesie siano poesie d'amore". Non siamo d'accordo al 100%, ma all'80% sì. È davvero un sentimento così grande e universale che diventa per forza di cose fonte di ispirazione. E con questo non intendiamo solo l'amore nel senso più canonico del termine, quello relazionale, l'amore di coppia. Ma anche l'amore per le cose, per le situazioni, per un'immagine che ci rimane impressa. L'amore stesso per la musica. Queste forme d'amore ci stimolano tantissimo a scrivere.
Se aveste una macchina del tempo e poteste prendere una tazza di tè con un Big storico della musica chi sarebbe e come esordireste?
Bellissima domanda. C'è una famosa fotografia dei Beatles intenti, tutti e quattro, a bere una tazza di tè. Quindi andremmo a parare lì. Probabilmente tra loro sceglieremmo John Lennon. Perché è il nostro preferito dei Fab Four. Perché non c'è più quindi rievocarlo sarebbe magnifico. E poi il tè non si può che bere con un britannico doc! Quindi ti diremmo John Lennon. Esordiremmo dicendo: Dolce o amaro? Che in realtà potrebbe diventare una domanda esistenziale sulla vita. E ci perderemmo a chiacchierare in un locale di Liverpool per ore.

Adesso passiamo al lato "Kenotime uno di noi" mi raccontereste di una gaffe epica o un aneddoto divertente che vi è capitato insieme durante un live o proprio musicalmente parlando?
Eravamo agli inizi, pensiamo fosse il 2017. Siamo stati chiamati per fare un live acustico chitarra e voce a una festa in un centro sportivo di un paese della nostra zona. In contemporanea c'era un torneo di calcetto. Doveva essere probabilmente il nostro primo live vero. Eravamo agitatissimi e gasatissimi. Accettiamo, ci liberiamo da ogni impegno e ci rechiamo al centro sportivo. Ma tutti si dimenticano di noi, presi dal torneo di calcetto e dalla grigliata annessa. Siamo rimasti dalle 15 alle 17 di quel pomeriggio ad aspettare che ci facessero suonare. Noi coi nostri strumenti. E alla fine disperati alle 17 abbiamo tirato fuori la chitarra e fatto Mrs. Firefly, il nostro primo brano. Unico pubblico: una bambina con sua zia! Poi abbiamo messo via gli strumenti e siamo tornati a casa. Un primo live non proprio entusiasmante, l'euforia del giorno prima è stata seguita da depressione acuta! -Ridono-
Quando pensate alle vostre vite, allo scorrere delle vostre giornate qual è il vostro mood sotto forma di citazione?
"E non voglio perdere parti di parti di me,
vorrei chiedere al tempo di tornare indietro un po'."
È una citazione di una canzone di Postino, che è un artista che amiamo entrambi.
Anche se guardiamo al futuro con determinazione, c'è sempre qualcosa del passato che vorremmo recuperare per rendere ancora più profondo tutto quello che verrà.
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