#16 InquinaMenti Talk: "Quattro chiacchiere con Zunami"
- inquinamentiacustici
- 8 feb 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Agli inizi del 2020, insieme al mio fraterno amico Matteo Fabi, abbiamo avviato un progetto che avrebbe visto una serie di singoli pubblicati. Abbiamo iniziato con BOGOTÀ il 10 giugno e da poco LACRIME, il 30 Dicembre. Sono in lavorazione altre cose, quindi non ci fermiamo qui. È doveroso specificare che stiamo lavorando tutti a distanza, purtroppo. La squadra è composta da me che scrivo e canto, Matteo Fabi e Edoardo Ortolani che curano arrangiamento e composizione e rispettivamente Oscar Sandionigi per il mix di Bogotà e Giovanni Allocca per quello di Lacrime. Faccio musica ovviamente da prima, se non erro avevo circa 15 anni. Qualche canzone pubblicata qui e lì su YouTube, qualche piccola esibizione e poi, tra il 2017 e il 2018, ebbi la fortuna di esibirmi con il Festival della Crescita in città come Milano, Siena, Cassino ecc. Parallelamente frequento il corso di laurea di Musica Elettronica al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

Cosa ti spinge a fare musica?
Certamente la voglia, soprattutto in momenti duri, di buttare tutto fuori, di liberarsi e anche poter sugellare delle emozioni, dei momenti. Poi la musica è magica, ha la capacità di riprenderti tirandoti l'orecchio e/o dandoti una carezza. Conosce il modo di farti venire la pelle d'oca, conosce i nostri punti deboli, le nostre inclinazioni. La musica è un amico fraterno, quello che in un modo o nell'altro sa farti del bene. Poi è un richiamo, non puoi dirle di no.
Mi piace pensare che sia croce e delizia!
C'è un movimento artistico o un artista che ti ha influenzato di più?
Nello specifico no. Ho sempre ascoltato un po' di tutto. Fin da piccolo da Tiziano Ferro, Gemelli Diversi, Zero Assoluto, Ligabue, ma anche Celentano , Rino Gaetano, Luigi Tenco, poi ovviamente la scena rap italiana che ho scoperto nella prima adolescenza, quindi Fabri Fibra, Marracash, Emis Killa, I Club Dogo, i Co Sang, Clementino.
La tua canzone preferita in assoluto, quella che ti porti dietro.
Ce ne sono varie che hanno lasciato il segno e quando partono sento lo stesso tassello dentro muoversi come la prima volta, ma forse quella che in assoluto sento mia, come pensiero, vita, energia, pur non avendo mai approfondito l'artista se non per la fama internazionale che ha, è C'est La Vie di Khaled.
Ha una capacità da non sottovalutare, ovvero oltre alla sua musicalità è come se fosse un inno al ritrovare sempre la forza, a saper vivere con filosofia, a non mollare e soprattutto a saper sorridere, anche quando tutto sembra stia per finire.

Se potessi prendere un caffè con un big dell'olimpo della musica chi sarebbe e come esordiresti?
Credo con Pino Daniele. Mi piacerebbe poter vedere Napoli, la mia città, dai suoi occhi. Poter girarla con lui e chiedergli come si fa a vivere leggeri, perché questa è l'impressione che mi ha sempre dato. Ovviamente mi servirebbe una settimana per poter prendere altri caffè con qualcun altro sia chiaro! -Ride-
Hai un concertone storico al quale non potresti rinunciare?
Quello di Pino Daniele nel 1981 in piazza del Plebiscito a Napoli.
Se pensi al tuo mood, quale sarebbe la citazione?
Vivi, vivi, vivi. Sorridi e respira profondamente, il tramonto è lì con il mento appoggiato sul mare, guardalo e troverai la speranza.
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