#34 InquinaMenti Talk: "Laco canta agli eterni incompresi"
- inquinamentiacustici
- 12 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Il mio, più che un progetto, è una strada che percorro con me stesso da una vita a questa parte. Praticamente si può dire che io sia nato su un pianoforte.
Scrivo per necessità, necessità di esternare tutto quello che molto spesso noi giovani siamo abituati a soffocare dentro, un po’ per paura, paura di non essere compresi, un po’ perché ci immergiamo troppo nelle cose, un po’ perché dobbiamo necessariamente farlo per sentirci vivi.

Qual è il motore che ti spinge a fare musica?
Credo che il mio motore sia la vita stessa.
Quello che mi succede intorno, la gente che incontro, tutto quello che provo, che vivo.
Raccontarsi e mettersi a nudo per quello che si è credo sia l’espressione massima della bellezza.
C'è un artista o un movimento che in qualche modo ti ha ispirato o plasmato?
Lucio Battisti, senza dubbio.
Lo ascolto da quando ero un bambino di poco più di un anno. Ricordo che nei lunghi viaggi in macchina con la mia famiglia non dovevano assolutamente mancare le sue cassette. Sono della generazione plasmata da “Fiori rosa, fiori di pesco”.

Mi racconteresti di una gaffe epica che hai combinato durante un live?
Volete saperne soltanto una?
Che sollievo!
Potrei scriverci un libro, ma poi sarei ricordato di più per le mie gaffe che per la mia musica.
Comunque, tra i tanti momenti esilaranti, il primo che mi passa per la mente mi riporta all’ultimo live pre-lockdown. Un live in una piazza pugliese il 28 di Dicembre del 2019, uno dei giorni più freddi degli ultimi 10 anni. Già durante il sound-check ero un ghiacciolo. Le ultime speranze di potersi riscaldare erano chiuse in una bottiglia di Legendario. Com’è finita?
Due minuti prima di iniziare mi ritrovarono in un angolo della piazza mezzo addormentato e mi accompagnarono fin sopra al palco tenendomi sotto braccio. Il resto è storia. Il concerto più bello della mia vita fino ad ora.
Se potessi tornare indietro e conoscere un big storico della musica chi sarebbe e come esordiresti?
Tornassi indietro, tra i tanti, sceglierei sempre lui, Lucio Battisti, solo per potergli dire quanto ancora lui sia avanti anni luce, nonostante il cambio generazionale.
Poi, ci scappasse anche una cena e qualche canzone qua e là di sicuro non ci penserei due volte.

La tua ultima canzone a chi si rivolge?
A tutta la gente che, come me, è sempre al posto giusto al momento sbagliato e viceversa.
Agli eterni incompresi.
A chiunque, nonostante tutto, crede ancora in qualcosa, anche se questo qualcosa il più delle volte è solo un gioco della mente.
Concludiamo con una frase che racchiude un pò tutto il tuo mood!
“Ma il mio mestiere è vivere la vita.”
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